venerdì 26 novembre 2010

Caso Scazzi: non solo plastici e indiscrezioni (di Enrico Belletti)

Riporto il commento che un laureando, Enrico Belletti, ha scritto sull'ormai noto caso di Avetrana.

Caso Scazzi: non solo plastici e indiscrezioni.

Nella data di oggi, 26 novembre 2010, ricorre il terzo mese dalla scomparsa di Sarah Scazzi, il cui corpo fu ritrovato, quaranta giorni dopo e grazie alle rivelazioni dello zio materno, in fondo ad un pozzo nelle campagne di Avetrana.

L'evolversi delle vicende legate a questo triste fatto di cronaca ha stravolto l'intero mondo dell'informazione, il quale sembra essere stato adattato, quasi rielaborato, in funzione dei ritmi dei fatti giudiziari e umani che scandiscono le indagini preliminari.

Telegiornali, trasmissioni televisive c.d. di approfondimento, programmi di intrattenimento e talk shows dedicano, ogni giorno, almeno qualche minuto all'aggiornamento della situazione, passando la linea all'inviato di turno, piantato davanti all'abitazione del presunto colpevole e indifferente alle condizioni meteorologiche avverse.

Esiste, però, una storia diversa da quella che viene raccontata in questi prestigiosi salotti televisivi in cui l'audience, lo share e i nomi di autorevoli parolai la fanno da padrone. Esiste una storia, sicuramente meno “mediaticamente” accattivante, fatta di atti giudiziari, di dedizione di uomini dello Stato e di risultati probatori, fatta di vittime e di aguzzini, che perdono la loro essenza umana per trasformarsi in fatti di reato e ipotesi di imputazione.

Entrano nelle case degli italiani termini prima inauditi come incidente probatorio, misura cautelare, contraddittorio e allora via a chiamare lo pseudo-esperto di turno, purchè si spieghi con parole semplici, minime, essenziali, affinchè anche l'ultima delle casalinghe comprenda di cosa si tratta. Il processo, allora, quello svolto nelle aule dei tribunali, diventa evento secondario, non più luogo di ricerca della verità, bensì esclusivamente fonte di notizia da offrire in pasto ai telespettatori, con la complicità di periti, consulenti, esperti che pur di apparire sul piccolo schermo offrono gratuitamente i propri servigi.

Almeno chi frequenta le aule di una Facoltà di giurisprudenza dovrebbe essere consapevole dei motivi che rendono questo caso giuridicamente interessante. Non vale nascondersi dietro ad una cortina di ipocrisia e affermare che alla base di questa rilevanza vi sono ragioni quali la giovane età della vittima, le oscure modalità di commissione del delitto, il rapporto di parentela dei presunti esecutori. Il caso di Avetrana merita attenzione perchè rappresenta uno dei più completi esempi di processo penale. Chi si appresta allo studio di questa materia, rivolgendosi con occhio scientifico alle vicende procedimentali, ha la possibilità di avere una visione pratica quasi onnicomprensiva degli istituti che regolano il processo penale.

Considerando che ci si trova ancora all'interno della fase delle indagini preliminari si ha avuto modo di osservare eventi quali l'interrogatorio, la confessione, la citazione di persone informate sui fatti, il sopralluogo, il sequestro, la chiamata in correità, casi di esimenti, l'incidente probatorio e gli accertamenti tecnici non ripetibili, il confronto e poi perizie, consulenze tecniche e quindi prove scientifiche, la previsione di misure cautelari personali, nonché il riesame delle stesse, la predisposizione di indagini difensive e molto altro ancora... Se si vuole, allora, ritenere questo caso interessante, lo si faccia per questi motivi e per quelli che seguiranno nella fase dibattimentale e non per le bulimiche indiscrezioni, i commenti filosofici e i plastici in seconda serata.

Enrico Belletti


7 commenti:

  1. Condivido pienamente: """Almeno chi frequenta le aule di una Facoltà di giurisprudenza dovrebbe essere consapevole dei motivi che rendono questo caso giuridicamente interessante"""; non c'è affermazione più vera!
    Purtroppo la mania "PortaAporta" si sente viva e palpabile anche fra le aule della nostra facoltà; fra il sensazionalismo dei media e il bisogno di sentirsi per forza di una qualche fazione politica (si veda il caso Giuliani, o molti altri ad esempio): così un giurista per 5 minuti di "notorietà" perde la propria essenza di osservatore freddo e imparziale, giustamente attento ai profili processuali e sostanziali del diritto (in questo caso penale) che ci dovrebbero contraddistinguere dall'uomo della strada.

    Condivido ogni parola dunque.

    Alessandro Trapella

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  2. Condivido anch'io. Mi sono chiesta cosa sarebbe successo se il delitto invece di essere commesso ad Avetrana fosse stato commesso in una paesino tedesco. Ci sarebbe stato lo stesso clamore mediatico per oltre tre mesi? Il caso di Fritzl in Austria o il caso di Natascha Kampusch sono storie terribili, ma non mi risulta che ci sia stata la stessa morbosità della tv e della stampa austriaca.

    Silvia S.

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  3. Certo, in più ricordo che di casi come questo ce ne sono centinaia in Italia: allora perchè accanirsi su uno (in questo modo poi) e ignorare gli altri? mah...

    A. Trapella

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  4. Perché alla gente piacciono da morire queste storie, piace da morire giocare ad essere Jessica Fletcher, piace da morire sputare giudizi che sono sentenze sociali (basta farsi un giro su facebook e vedere quanti dei nostri amici condivisero link di insulti contro il quella "bestia" di Misseri.
    Dei tecnicismi del processo se ne fregano tutti.
    L'Italia non è diversa da nessuno, il caso di Natasha Kampush ha prodotto sue ospitate televisive e libri su libri sulla sua vicenda...

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  5. Io non credo che la gente comune sia veramente interessata a questo gossip di basso livello. Credo invece che non abbia modo di non venire a contatto con queste informazioni spesso banali e superficiali. Basta sfogliare un quotidiano o accendere la tv nella fascia pomeridiana o serale.
    Certo, anche in Austria si è parlato tanto di quelle vicende, ma non con in modo così morboso come in questo caso di Avetrana.

    Silvia S.

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  6. Mah... io credo che il problema sia fondamentalmente il solito di cui parlo sempre. Si parla poco e si crede di sapere tutto senza averne gli strumenti.
    Non per andare sul politico, ma... in uno Stato dove la classe dirigente offende le istituzioni (il "me ne frego" di Verdini, per esempio), la popolazione quanto potrà essere edotta dei propri diritti o doveri. Ecco perché, come dice Daniele, i tecnicismi vanno a farsi benedire e tutti giocano a essere Jessica Fletcher.
    Per altro verso il Paese è in ginocchio e questi fattacci sono un'ottima distrazione dai guai di tutti i giorni... un po' come gli UFO nell'America degli anni Cinquanta...

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  7. Riflessione davvero interessante!
    Per quanto riguarda il motivo dell'estrema dilatazione del caso negli spazi dedicati dai tg e della trattazione ossessiva da parte dei "programmi di approfondimento" è a mio avviso da ricercarsi in ben altro ambito, ovvero quello politico. Cerco di spiegarmi, attirare l'attenzione del telespettatore con particolari raccapriccianti o con fatti che ricordano dei romanzi gialli (tanto in voga ultimamente) serve in realtà a distogliere l'attenzione da altri problemi seri che coinvolgono il paese tutto, e questo caso per via di una serie di caratteristiche calzava a pennello per questo fine, sia per l'aura di mistero che lo avvolge, sia per il periodo in cui si è verificato.
    Se lo stesso misfatto fosse accaduto in altro periodo, son convinto che non avrebbe avuto la stessa notorietà.

    Daniele Papa

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